Gli inglesi non si incazzano

A Londra, oggi, si beve il tea alzando il mignolo. Qualcuno nella City inizia a tradire un certo fastidio per i ritardi anomali della metropolitana. Un fastidio paziente e composto, sia chiaro; del resto c’è appena stato l’attacco al Parlamento di Westminster con morti e feriti. Un attacco che la premier Theresa May ha definito «disgustoso e odioso»: termini forti, volutamente poco british da servire in pasto ai cronisti di tutto il mondo che altrimenti non capirebbero, traviserebbero, sgranerebbero gli occhi. Non mi si fraintenda: l’attacco è assolutamente, inequivocabilmente disgustoso e odioso, e non c’è essere umano di buon senso (in Inghilterra come nel resto del mondo) che non ne sia assolutamente convinto. Ma la reazione britannica di fronte a un episodio del genere (al netto della pietà umana per le vittime e i loro cari) è, per l’appunto, britannica.

Chi ha trascorso abbastanza tempo nel Regno Unito o chi, come il sottoscritto, ha parenti e amici stretti che là vivono da anni e con i quali è in stretto contatto, sa di cosa parlo. C’è un pezzo satirico che gira da un po’ in Inghilterra e, come fa spesso la satira, traduce in modo irriverente e politically uncorrect il sentimento popolare: «The English are feeling the pinch in relation to recent terrorist threats and have therefore raised their security level from “Miffed” to “Peeved”». Le minacce terroristiche sono “pizzicotti”. Fastidiosi, per carità, tant’è che – scrive il comico – il livello di sicurezza è passato da “irritato” a “scocciato”. Ma pur sempre pizzicotti, semplici pizzicotti. Come a dire: inutile che vi prendiate la briga di ammazzarci, cari terroristi, ché tanto noi siamo l’Inghilterra, abbiamo una polizia che spacca il culo ai passeri, non abbiamo bisogno di nessuno, dell’Europa (Brexit docet), dell’America, di nessuno. E beviamo il tea delle cinque con il mignolo alzato. Alla facciaccia vostra.

«Keep calm and carry on», in pratica. Il motto tanto in voga – che qui in Italia è giusto roba da t-shirt o da meme sui social – è totalmente, realmente, geneticamente inglese. I britannici sono molto fieri del loro modo di affrontare la vita, tragedie comprese. E ciò non significa che non soffrano e che non reagiscano. Significa che non si incazzano. Ecco qual è il nodo della questione. E chi non s’incazza, vince sempre.

Lo chiamano “stiff upper lip” e definisce l’atteggiamento britannicissimo del non agitarsi mai troppo, del mantenere equilibrio nelle reazioni, del non rivelare all’esterno indecisioni e turbamenti, anche quando ci sono. Lo stip upper lip funziona anche con i bambini, per chi ci riesce; e non è un caso che le pietre miliari della manualistica per la “gestione” dei neonati arrivino dal Regno Unito (mi viene in mente Tracy Hogg, nativa del South Yorkshire, e il suo leggendario metodo E.A.S.Y.: facile come respirare, a leggerlo di fianco a un bebè che dorme nella culla, ma inarrivabile per un povero italiano medio appena il bebè si sveglia). Morale, oggi a Londra si beve il tea, si va lavorare, si va al parco, si va a scuola mentre ancora stanno lavando il sangue dal marciapiede di fronte a Westminster dopo l’ennesima, vergognosa, vigliacca azione omicida di chi odia l’Occidente e tutto ciò che rappresenta. L’azione di chi ha capito che usare le auto e i camion funziona alla grande: non ci sono acquisti di esplosivo da fare, potenzialmente intercettabili dalle intelligence, non ci sono armi da recuperare, non c’è particolare logistica da organizzare. Basta mettersi al volante e lanciarsi contro uomini, donne e bambini inermi. Scandaloso, inaccettabile come lo è stato sulla Promenade di Nizza o al mercato di Berlino.

Ma gli inglesi non si incazzano. O meglio, si incazzano di brutto ma senza senza lagnosità italiana, senza boria tedesca, senza altezzosità francese, senza caciara spagnola. Si incazzano all’inglese: non lo vedi, ma sai – e lo sai per certo – che la reazione sarà pragmatica e dura come il ferro: metallo diventato epiteto di una delle governanti più famose della storia moderna: Margaret Thatcher, la Lady di ferro inglese, the Iron Lady.

Oggi si beve il tea, a Londra, alla faccia dei terroristi, che hanno distrutto vite e famiglie ma non sono riusciti a lasciare nemmeno l’ombra di una scalfitura nel granitico aplomb dei sudditi di Sua Maestà.

“We Stand Together”: cercatelo tra gli hashtag su Twitter e troverete una neonata community internettiana in cui si celebra «la nostra differenza», la differenza inglese (un po’ snob, ma reale), in cui «si promuove il rispetto e la tolleranza per costruire un Regno Unito più sicuro e più forte». Questa è una reazione lucida, diamine. E intanto l’MI5 fa il suo, l’Antiterrorismo pure e a Birmingham si arresta. Si fa così.

Andrea Pasquali

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